Granarolo Emilia (BO), 24 maggio 2016 – “E’ stato un lavoro lungo e impegnativo, ma il risultato raggiunto premia gli sforzi affrontati con tanta determinazione”. Così il direttore di Araer (Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna), Claudio Bovo, commenta il D.M. 11781 del 20 maggio scorso con il quale il Suino Nero di Parma ha ottenuto il riconoscimento della razza e il conseguente inserimento in una nuova sezione del Registro anagrafico.
Ci si avvia
in questo modo verso la realizzazione di un programma di riproduzione in
grado di assicurare la conservazione delle peculiarità di questa razza.
Da circa due
anni a questa parte Araer, in
collaborazione con Anas
(Associazione nazionale allevatori suini),
le Istituzioni locali
e
l’Università di Parma aveva
intensificato le azioni volte a raggiungere il riconoscimento della
razza del Suino Nero di Parma,
un’attività che si legava ed era conseguente all’iscrizione della razza
nel Registro riproduttori ibridi ma che, come afferma
Alberto Sabbioni, docente
presso il Dipartimento di Scienze medico-veterinarie dell’ateneo
parmigiano, “ci andava un po’ stretto proprio per le particolari
caratteristiche di questa razza che invece, come abbiamo sempre
sostenuto e auspicato, meritava il riconoscimento che le è stato
assegnato pochi giorni fa”.
Dal 2003 a
oggi sono oltre 12mila i
suini di razza Nero di Parma, tra maschi e femmine, che sono stati
marcati, una media quindi di circa un migliaio ogni anno, e ogni anno
sono 150-200 le scrofe che partoriscono una media
di 8-10 suinetti/ciascuna con
una buona percentuale di svezzati.
Ottima la
carne destinata alla trasformazione in salumi soprattutto, come ci
spiega il professor Sabbioni, “per la qualità dello strato adiposo che
si presta molto alla stagionatura e che, proprio perché non soggetta a
subire un processo di degradazione, favorisce la valorizzazione dei
salumi ottenuti. Cionondimeno anche il consumo del fresco garantisce
un ottimo livello di qualità”.
Il
riconoscimento della razza è un risultato che deve essere attribuito
anche agli allevatori di questa razza autoctona così importante per la
salvaguardia della biodiversità, senza il loro impegno e la loro
dedizione infatti, tutti gli sforzi profusi sarebbero in parte stati
vani.
Ora inizia un
nuovo percorso. “Infatti – tiene a sottolineare Alberto Sabbioni –
proprio perché mancava lo status di razza, il
Suino Nero di Parma era stato
escluso dai finanziamenti regionali previsti dai
Psr 2014-2020.
Ora invece la
situazione è evidentemente mutata e avvieremo con la
Regione Emilia Romagna l’iter per poter accedere ai fondi.
Parallelamente continuerà e anzi si intensificherà la ricerca
scientifica volta al miglioramento della genetica di questa razza che ha
dimostrato di essere all’altezza nella produzione delle eccellenze della
salumeria emiliana”.
Ufficio Stampa:
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